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Umberto Spurio ha dato vita a Ischia Meteo e ne è il gestore. E' diplomato in informatica e coltiva la passione per il meteo e per la geologia da autodidatta


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: : ALLUVIONI AD ISCHIA ED EVENTI ESTREMI : :

: : COLATA FANGO DETRITICA SU CASAMICCIOLA TERME IL 10-11-2009 : :



Cave versante nord di Ischia

Dati, comunicati e interviste in merito delle colate di fango
verificatesi a Casamicciola Terme in data 10 novembre 2009

COLATE DI FANGO SULL'ISOLA D'ISCHIA. 
COME EVITARE ALTRE TRAGEDIE?

Articolo inviato a TeleIschia, al Golfo, al Mattino ed a Repubblica il giorno 18-11-2009.

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Nostro comunicato stampa (10-11-2009)


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I dati in forma grafica (10-11-2009)


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I dati in forma numerica (10-11-2009)


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Nostra comunicazione all'Assessore all'Ambiente
per la Provincia di Napoli (14-11-2009)


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Raffronti statistici e considerazioni
Dal 1 gennaio al 10 novembre 2009 il pluviometro di Ischia Meteo ha misurato 851 mm di precipitazioni piovose; naturalmente questo dato include anche i mesi estivi nel corso dei quali non sono state registrate precipitazioni piovose. Dalle ore 00:01 del giorno 10 novembre fino alle ore 14:30 dello stesso giorno il pluviometro ha misurato 69,3 millimetri di pioggia, in pratica l'8,14% della pioggia totale è caduta nella sola notte del giorno 10 novembre. Possiamo senza ombra di dubbio affermare che quella notte una massa d'acqua consistente si è rovesciata su Ischia, possiamo immaginare questa pioggia come 69 litri su ogni metro quadrato di suolo. 
Il picco più elevato è stato registrato alle ore 4:21 del 10 novembre con un valore di 10,9 millimetri in una sola ora, in altre parole alla pioggia già accumulata si sono aggiunti ulteriori 10,9 litri per ogni metro quadrato in una sola ora. La media per ogni ora è stata invece di 4,95 mm.
Nella scala dell'intensità della pioggia, la quantità precipitata ad Ischia è classificata al valore più alto raggiunto (ossia alle ore 4.21) come "pioggia pesante" o "rovesci"; la pioggia di quel giorno dunque non si colloca al punto più alto della scala, che è invece "nubifragio" con oltre 30 millimetri di pioggia per ora.(1)

Qual'è l'insegnamento ?
Non vi sono certamente limiti alle precipitazioni atmosferiche; negli ultimi anni le piogge hanno assunto caratteristiche violente simili alle piogge sub-tropicali. E' alta la probabilità che l'Isola d'Ischia subirà altri danni, finanche più estesi, ferma restando l'attuale gestione del territorio, qualora si verificassero precipitazioni più massicce di quelle registrate in questo caso.  Possiamo fare i debiti scongiuri, ma nella scienza servono a ben poco. 
Se questa premessa è giusta, dobbiamo accettare che l'evento di Casamicciola è un campanello d'allarme, come lo é stato l'evento di Monte Vezzi e come lo fu l'alluvione del 1910, dopo la quale si realizzarono importanti opere idrauliche sul territorio dell'isola.
Se non si gestisce il territorio come si deve, se é assente o insufficiente la pulizia degli alvei naturali e dei canali artificiali, se non si misurano costantemente i fenomeni atmosferici verificando che le le opere già esistenti sono alla loro altezza, se non si adottano adeguati sistemi di allarme per proteggere la popolazione ed i beni, registreremo altri fenomeni dello stesso tipo.

Cosa fare nell'immediato ?
Sul piano immediato é necessario verificare l'integrità e l'efficienza degli alvei naturali e dei canali artificiali, tenere dunque sgombere e prive di ogni ostacolo le vie di fuga delle acque meteoriche; non solo i valloni vanno tenuti sgombri da tronchi, massi e materiale di risulta, ma vanno riviste le opere idrauliche già esistenti e progettarne di nuove sulla base dei numeri reali della pioggia che precipita sul territorio di Ischia. La manutenzione potrebbe per esempio essere affidata con appositi contratti a cooperative di lavoratori oggi disoccupati, inclusa la sistematica manutenzione dei sentieri di collina, il controllo ed il restauro conservativo degli antichi muri a secco (le parracine) che vanno riscoperti poiché sono opere che permettono un drenaggio delle piogge che penetrano nei suoli, la prevenzione dei crolli e degli smottamenti con tecniche di ingegneria naturalistica non aggressiva.

La sorveglianza del territorio è questione di tutti
Le comunità del Trentino Alto Adige, e dell'Arco alpino in generale, hanno preso coscienza, nel corso degli anni, che gli uomini devono collaborare e fare squadra, altrimenti la natura di quei luoghi non consente attività economiche ed una vita serena. Le persone che fanno escursioni o lavorano nelle valli o sui monti, segnalano alle autorità il formarsi di condizioni di pericolo; un gruppo di alberi di alto fusto con un ridotto apparato radicale  che si piega verso la valle ed un centro abitato è un segnale di pericolo che indica una tendenza del suolo a scivolare verso il basso; la presenza di materiali che ostruiscono i canali naturali o artificiali contribuiscono a formare pericolosissimi tappi con aumento dell'energia dell'onda di fango. Una popolazione vigile che ama il proprio territorio non può fare a meno di segnalare situazioni come queste. 
Qualche anno fa il compianto Antonio Pollato, gestore di un piccolo albergo sulle prime colline dei Maronti a Barano d'Ischia, segnalò che un grosso masso tufaceo era in procinto di rotolare sulla sottostante strada e sull'attiguo albergo; il Comune di Barano si attivò con una squadra di esperti rocciatori che rimossero il masso non senza grosse peripezie. La vigilanza di un cittadino e la sua segnalazione alle autorità hanno scongiurato un evento sicuramente pericoloso. Ed è questo il tipo di comportamento che va incoraggiato sull'Isola d'Ischia. 
Sono noti casi in cui le istituzioni hanno trascurato le segnalazioni dei cittadini; come si risponde alla mancato intervento di chi deve intervenire ? Si procede alla denuncia a mezzo stampa, Internet e TV delle segnalazioni che non hanno ricevuto risposta, ci si costituisce in comitato per la salvaguardia del territorio nominando un legale, stringendo rapporti di alleanza con i media nazionali che non si fanno scrupoli di dare ampio risalto alla denuncia. Si fa uscire allo scoperto l'istituzione che non si attiva nel modo giusto, che è impegnata su altri fronti, che si lamenta di non avere risorse adeguate. 
Una comunità che controlla il proprio territorio è condizione necessaria per evitare fenomeni come quello di Monte Vezzi, di Casamicciola, di Sarno e Quindici, di Messina, e più in generale è la condizione per avere un esistenza dignitosa. Se viceversa si continua a pensare di non immischiarsi in quello che succede, se si pensa che solo la forza pubblica deve fare questo lavoro, se non si esercita una pressione forte e determinata sugli enti pubblici, se non si diventa parte di opposizione verso chi aggredisce o fa degradare il territorio a vario titolo, allora la terra restituirà tragedie allo scatenarsi di fenomeni naturali come una forte pioggia. 

Umberto Spurio
Perito Informatico
responsabile della stazione di Ischia Meteo.com
Novembre 2009


(1) CLASSIFICAZIONE DELLA PIOGGIA (FONTE WIKIPEDIA):
La pioggia caduta viene misurata in millimetri dai pluviometri. 
A seconda dell'intensità della precipitazione viene distinta in:
Pioviggine (<1 mm ogni ora)
Pioggia debole (1-2 mm/h)
Pioggia moderata (2-6 mm/h)
Pioggia forte (>6 mm/h)
Rovescio (>10 mm/h ma limitato nella durata)
Nubifragio (>30 mm/h)
A maggiore intensità del fenomeno è legato anche un maggiore diametro delle gocce di pioggia e una velocità di impatto al suolo più elevata, dovuta al fatto che le correnti ascensionali non sono in grado di rallentarne la caduta.


ERRATA CORRIGE:
nella prima versione del comunicato si è parlato di 69,3 cm di pioggia per metro quadro, il dato esatto invece è 69,3 litri di pioggia per metro quadro.


Colate di fango sull'Isola d'Ischia. Come evitare altre tragedie?

Esiste un modo per evitare altre tragedie come quella della morte di Anna De Felice? C'è una tendenza a dimenticare, spesso dimenticano proprio quelle autorità che invece dovrebbero ricordare e avere crisi di coscienza, soprattutto se tra i loro compiti vi è quello di prevenire eventi come quello del 10 novembre. 
Esiste poi un altro modo di dimenticare, quello ipocrita e cinico basato sul presupposto che l'isola è un luogo turistico e, in quanto tale, dovrebbe mostrare sempre l'immagine della serenità, del relax e non del luogo dove in tre anni si sono avuti lutti per due colate di fango. I morti si devono evitare e si possono evitare, mettere a nudo le cause che hanno contributo a spezzare delle vite umane non significa mostrare di Ischia una visione che fa male al turismo, anzi, il turista vuole avere la certezza di venire in vacanza in un luogo dove esiste la sicurezza, dove una forte pioggia non deve rappresentare un pericolo per la vita delle persone. 
Il miglior servizio che si può rendere agli abitanti dell'Isola d'Ischia ed alle aziende è quello di mettere in sicurezza l'isola, di attrezzarsi e operare per salvare il nostro territorio fornendo al mondo l'immagine di un isola che comprende i propri errori e si sta muovendo con efficienza per risolverli.
Si deve dunque iniziare dalle mappe del rischio idraulico elaborate dai geologi; queste mappe sono il punto di partenza per ogni ragionamento, così come le figure dei geologi sono il cardine intorno al quale deve ruotare ogni studio di prevenzione. Le mappe del rischio idrogeologico indicano quali aree dell'Isola d'Ischia corrono seri pericoli in caso di forti precipitazioni atmosferiche. All'interno delle mappe sono indicati quartieri, piazze, strade e sentieri posizionati nelle zone definite ad alto rischio ed indicate con il colore rosso. Buona parte dell’Isola d’Ischia è in zona rossa, dunque sembrerebbe che non si può fare nulla poiché dovrebbe essere messa in sicurezza gran parte dell’isola. Si può tuttavia pensare in termini di rischio calcolato, ossia nell’immediato si guardano principalmente le zone dell’isola che corrono seri rischi idraulici, per esempio le parti urbanizzate e le strade ricadenti nella zona rossa. 
Esistono poi dei luoghi dove il rischio è ancora più elevato in queste stesse zone, sono quei punti dove:
1) nel corso della storia si sono verificati ripetuti fenomeni distruttivi;
2) le caratteristiche del terreno sono tali da aumentare il rischio, come la forte pendenza, la presenza di vie dell’acqua (valloni) che convergono verso il centro abitato senza adeguati canali di raccolta delle piogge, senza aree di espansione, zone con terreni poco consistenti ed instabili, oppure con una miscela di tutti questi elementi. 
A memoria abbiamo due eventi che possono già definire quali zone sono a forte rischio, zone dove si sono verificate vittime, ossia la zona alta di Casamicciola (Piazza Bagni - Monte della Misericordia) e la zona che include Barano ed Ischia lungo il corso del Rio Corbore (che da Barano raggiunge il Lido d'Ischia).

Che fare?

Sul piano immediato, usando le mappe del rischio idraulico è necessario individuare strade e quartieri dove il rischio é più elevato e si predispongono percorsi alternativi dove far confluire veicoli e pedoni in caso di piogge aventi caratteristiche di rischio; per esempio, Via Monte della Misericordia va transennata in presenza di piogge a rischio e vanno adottati percorsi alternativi. Ma le piogge estreme possono generare anche danni e distruzioni ai canali intubati che ormai non ricevono più alcuna manutenzione; é il caso del Rio Corbore che fu quasi del tutto intubato con i lavori in occasione dei mondiali di calcio del 1990, oggi in pratica il vecchio canale non esiste più ed al suo posto vi sono dei tubi sotto il manto stradale, é il caso dei canali tombati sotto Piazza Bagni e Via Monte della Misericordia che sono assolutamente inadeguati; a prescindere dalla inadeguatezza di queste opere - dimostrata tragicamente - non risulta che vi sia una loro regolare manutenzione. In presenza di forti piogge questo canale sarà in grado di sostenere molte centinaia di metri cubi di acqua e fango al secondo senza aver ricevuto la manutenzione necessaria? E se non sarà così, quali danni saranno generati da questa massa di acqua e fango che viaggia a 30 km orari? Quale ente, quale istituzione avranno la responsabilità penale e civile per la mancata manutenzione e per i danni che potrebbero generarsi ?
Come è possibile riconoscere una pioggia che si trasforma in rischio idraulico? Affidarsi alle previsioni del tempo che ascoltiamo alla televisione può fornirci un idea, ma quello che conta è la misurazione dell'acqua che realmente precipita qui, a Ischia. Questa misurazione può essere realizzata solo da particolari strumenti di misura, i pluviometri, che forniscono ai computer i valori misurati della pioggia caduta e permettono di far scattare allarmi per valori che sono ai limiti che la scienza della meteorologia conosce. 
Ecco perché è necessario avere una rete di stazioni meteo sull'isola d'Ischia, per poter riconoscere in tempo le situazioni di rischio e approntare le misure di salvaguardia della popolazione prima che si verifichi l'evento a rischio. Ma al contempo è necessario fare la manutenzione delle vie d'acqua esistenti (naturali e artificiali) e modificare quelle che non sono adeguate, informare la popolazione su come comportarsi in caso di rischio idraulico. Tutto ciò si traduce in poche parole: avere macchine amministrative efficienti. Chi amministra il territorio, chi per statuto deve proteggere la popolazione deve operare in questa direzione attrezzando una centrale operativa unica per tutta l’isola, funzionante 24 ore al giorno, che deve ricevere le segnalazioni di pericolo. Compito della centrale è quello di passare le segnalazioni ad un team che coordina le conseguenti azioni di tutela e soccorso; tale centrale potrebbe essere usata anche per altre situazioni di rischio, dagli incendi ai terremoti. I fondi per sostenere l’attività della centrale, gli impianti ed i locali dovrebbero essere forniti dal bilancio della Protezione Civile. 

Organizzarsi per sconfiggere la cultura della morte e del degrado
Ma nessun meccanismo di difesa del suolo può essere efficiente se viene soltanto delegato agli addetti ai lavori. La popolazione deve diventare parte attiva nella salvaguardia del proprio territorio, facendo pressione sulle pubbliche autorità che non fanno le cose che andrebbero fatte, sorvegliando il territorio per segnalare situazioni di pericolo e di degrado. Le scuole dovrebbero avere un ruolo attivo nel promuovere iniziative informative ed esercitazioni da tenersi insieme agli esperti del settore (vigili del fuoco, protezione civile, geologi, meteorologi). Gli studenti che avranno dimostrato capacità ed attitudine nella partecipazione al problema dovrebbero ricevere premi ed attestati pubblici di riconoscimento, al pari di quei cittadini che avranno dimostrato senso civico attivo. Il tutto per avviare un meccanismo virtuoso che induce le persone ad attivarsi per difendere la propria terra. 
Accade in zone del nostro paese, dal Trentino alla Toscana, perché noi non possiamo esserne capaci ? Una domanda mi è stata rivolta durante la mia presenza sul Teleischia: a che serve segnalare se le istituzioni sono sorde ai richiami? La mia risposta è che bisogna insistere e finanche denunciare ai massimi livelli dello Stato ogni inadempienza. La prevenzione della vita umana è uno dei compiti più alti delle istituzioni; la tutela dei beni materiali della popolazione e delle aziende é un altro compito di alto profilo. Anche l'immagine di Ischia sui cataloghi pubblicitari è un bene materiale, poiché si traduce in lavoro e sviluppo; le istituzioni dunque non solo hanno il dovere di tutelare la popolazione dell'Isola d'Ischia ma anche quello di garantire l'arrivo dei turisti che devono sapere di essere tutelati. Le autorità che non sono all'altezza di tale compito per inefficienza, sottovalutazione, incapacità, negligenza o per delinquenza, vanno apertamente denunciate e sostituite dalla Prefettura che dovrà prendere in mano la gestione del problema. 
Quando ciò non accade, quando le istituzioni non intervengono per ridurre al minimo accettabile il rischio e la perdita della vita, se le istituzioni non sanno reagire ai rischi che può provocare un evento meteo più forte della media, tutti noi dobbiamo dedurre che a queste istituzioni non interessa la nostra vita ed i nostri luoghi di lavoro e che esse non ci rappresentano e non ci appartengono. 
Lo scrivente, è a disposizione di quanti condividono questo schema e riterranno opportuno un impegno su questa strada. 

Umberto Spurio, Perito Informatico
Responsabile della stazione meteo non professionale IschiaMeteo.com

Salve Sig. Spurio,

sono un cittadino di Casamicciola Terme, abitante in via Monte della Misericordia, la già nota e famosa "Via della Lava", colpito fisicamente e soprattutto moralmente dalla terribile frana del 10 novembre.

Ho seguito con attenzione la puntata di Teleischia del giorno 11/11 dedicata alla violenta alluvione e mi sono permesso di scriverLa perchè mi hanno colpito molto le sue informazioni relative alle condizioni meteo verificatesi la notte del 10/11/09, le quali hanno portato all'ormai noto disastro; Lei in questo modo ha dato una spiegazione tecnica che và oltre le solite chiacchiere da bar,luogo dove in questi giorni si attribuiscono le vicende esclusivamente a causa dell'essere umano! 
La mano dell'uomo in un certo senso compare sempre, ma c'è anche dell'altro, analogamente decisivo, se non di più! 

Sono un appassionato delle condizioni del tempo e volevo sapere se in qualche modo posso contribuire alla diffusione di dati in tempo reale, installando una stazione meteo sul terrazzo di casa mia, in modo tale da poter fornire notizie anche da un versante diverso. 

Non posseggo stazioni meteo, ma era tempo che riflettevo su questa possibilità, per cui ho preso un po' di info sul sistema che Lei possiede e magari acquistando lo stesso prodotto potrei darLe una mano a creare una rete di "punti di rilevamento", sicuramente utili alla nostra isola. Le lascio i miei dati e scusandomi dell'intrusione, la saluto cordialmente. 

Antuono S.

(segue indirizzo e-mail e numero di telefono)

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